Spesso, camminando per Roma, mi viene da pensare a come le
cose si alterino o vengano modificate nel tempo. Delle vere metamorfosi.
Anche se ho un’età ormai considerevole, essa è poca cosa
rispetto a quella della città o dei suoi monumenti. Negli ultimi anni si è
tentata una rivalutazione dell’immenso patrimonio ma, o per incuria o per
vandalismo o per mancanza di fondi o per ruberie, spesso il degrado è
sconsolante. Una gloriosa struttura come il teatro di Marcello è stata
sicuramente riabilitata, basta pensare a ciò che ha subito nel corso dei
secoli. Prima magnifico teatro romano, forse il più grande in assoluto, poi
fortezza inespugnabile medievale per poi fornire, nella sua parte inferiore,
piccole bottegucce di carbonai o altro in quella che una volta era piazza
Montanara. Il fondo stradale era rialzato rispetto a ora o all'originale e le
arcate inferiori del teatro presentavano un’altezza ridotta.
Ora Piazza Montanara non esiste più, il luogo è meglio
collegato con il portico di Ottavia e i fornici hanno riacquistato la propria
dignità. Io però lo preferivo com’era all’epoca in cui, poco più che ragazzino giungendo
con il tram a piazza di monte Savello, scendevo delle scalette e potevo passare liberamente tra le antiche vestigia, come se mi fossi trovato in una strada
cittadina: tutto era aperto, senza transenne, accessibile a tutte le ore del
giorno e più fruibile per il piacere di chi ama l’antico.
Ora è impossibile
percorrere quel tratto di cui parlo: peccato, mi manca! Una vera e propria metamorfosi.
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